Anna Gertrude Pessina
Accademico

vive a Napoli dove insegna lettere nei licei Sociopsicopedagogici. Fra i suoi saggi: Mastriani fuori della cultura ufficiale; Secoli a confronto: Seicento e Novecento; Italiano e neoitaliano nella vita e nel costume degli anni ’80 – ’90; Lenor de Fonseca; Il dialetto e il problema sociale nei poeti regionali del II Ottocento: Ferdinando Russo e la “piccola borghesia”; Fermenti socio-culturali e politici nella Napoli fine ’600 inizio ’700; Su Alfonso Gatto, picaro e poeta tra il Sud e il Nord (saggio di Francesco D’Episcopo); L’equivoco italo-albanese; L’Europa di Schengen e le nuove migrazioni bibliche epocali; La condizione dei giovani alle soglie del Duemila: disagi e speranze; La Cavallosa, un appuntamento fatale con la morte; Pedofilia e minori a rischio; La telenovela: un mercato del rosa con radici nel feuilleton; Gli adolescenti e l’incapacità di vivere l’amore; Maria di Magdala: la trasgressiva e la Santa; Due donne, un destino: Claretta Petacci ed Eva Braun; Da “Bella ciao” ad echi d’infinito: la donna nell’ultimo sessantennio; Contemporaneità e mito nelle parole d’ombraluce di G. Busca Gernetti; Antonio Porta e l’icasticità della parola-sguardo; Su Carlo Emilio Gadda (saggio di Aurora Cacòpardo).
Opere pubblicate, poesia: Non pavento passaggi (Napoli, 1984); Nel mio deserto di fiori (Napoli, 1984); Finito nell’infinito (Napoli, 1987); Flashback (Genesi, Torino 1993). Alle fonti del Lete, (Genesi, Torino 2005), che ha conseguito il primo premio al Due fiumi, concorso Garcia Lorca, alla terza biennale d’Arte e Letteratura, al concorso Giovanni Gronchi, al premio letterario internazionale di poesia L’iride di Cava de’ Tirreni, 2006. Inoltre ha ricevuto un premio ex aequo al Cesare Pavese-Mario Gori, 2005.
In prosa: In sordina sotto il pentagramma (Firenze Libri, 1988); Pensieri nel cappello (Guida, Napoli 2002). In teatro: Sacrifice (A. Gallina, Napoli, 1997); La Resistenza privata (Ferraro, Napoli 2005). Pubblicista, collabora con Presenza, Le Muse, La Nuova Tribuna Letteraria, Vernice.
Il marchio distintivo della poesia di Anna Pessina risiede in una sperimentazione vivida ma non esasperata e sempre finalizzata a promuovere delle semplificazioni espressive ovvero delle sottolineature di efficacia al dettato poetico, che rimane schietto e teso come la corda di uno strumento musicale. Nella visione di Pessina, la poesia è un ragionamento a sfondo civile e psicologico, che porta in dote una maggiore agilità e penetrazione, nonché un maggiore grado di dicibilità delle cose.
La poesia deve fruire di una vocazione più sviluppata a promuovere il pensiero e a farlo circolare per le arterie della comunicazione intasate da luoghi comuni e affastellate dalle mostruosità retoriche della letteratura, che causano ingombro gratuito e fuorviante.
Sandro Gros-Pietro
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