Il romanzo di Marco Rossari è ambientato in un anonimo paese tropicale dove calore, suggestione, precarietà si fondono in un unico alito umido e opprimente che avvolge i turisti di un traballante bus diretto verso un remoto vulcano.
Qui si incontrano un giovane in cerca di avventura con la sua ragazza ed un maturo uomo che si lascia vivere e che di avventure pare abbia definitivamente perso la voglia. Quest’ultimo, tra momenti di lucidità e di ebbrezza alcolica racconta al compagno di viaggio la sua storia. Una storia d’amore, di sesso e di politica che ha finito per distruggere il legame con l’amata Anna frantumando l’anima e la mente dell’uomo.
La prosa del Rossari è essenziale, diretta, scarna, a volte ci prende alla gola e ci scandalizza perfino per spiegarci che, ci piaccia o no, la vita è anche passione e sensualità, trasgressione ed erotismo.
Egli ci svela con crudo, estremo realismo l’animo ferito e dolente del protagonista non disdegnando di entrare nelle sue pulsioni e nelle sue emozioni più intime e profonde. Ne esce il ritratto di un vinto, sconfitto dalle inesorabili, ipocrite consuetudini della nostra società che infine lo emargina e lo espelle senza pietà.
Quella stessa pietà che il giovane, che ne raccoglie le confidenze non senza turbamento e stupore, sembra mostrare nel momento in cui decide che mai racconterà ad anima viva la drammatica storia del suo improvvisato compagno di viaggio.
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce il Primo Premio Assoluto per la Sezione Narrativa Edita.
Il tocco del maestro è un romanzo ambientato nella Svezia austera e ruvida di fine ottocento. Il protagonista, Jan Axelsson, è un giovane talentuoso falegname che aspira nel suo intimo a diventare uno scultore.
Vincendo le resistenze del burbero padre riesce a farsi assumere come apprendista dal noto artista Wadenius che ne intuisce subito il talento.
Qui si aprirà un mondo del tutto nuovo e sorprendente per il ragazzo che si troverà ad affrontare esperienze umane che ne segneranno per sempre la vita. La stessa famiglia del suo maestro rivelerà un insieme di situazioni e di relazioni ingannevoli e tormentate che ne metteranno a dura prova l’equilibrio emotivo.
Wadenius si rivelerà poi un uomo difficile, duro e arrogante che, pur riconoscendo il valore del giovane allievo, non perderà occasione per vessarlo e umiliarlo fino a compiere su di lui un atto di estrema, inconsulta violenza.
Jan tuttavia, grazie al proprio coraggio e alla propria indomita volontà di affermazione, riuscirà a resistere e a trovare l’amore.
Annalisa Pardi ci racconta questa storia tratteggiando con sapiente cura i vari inquieti personaggi che si muovono attorno al protagonista con una rimarchevole profondità psicologica e con una viva sensibilità. La narrazione scorre così fluida stimolando il lettore a scoprire, pagina dopo pagina, quel che si nasconde tra le mura e l’ampio parco dell’imponente villa campestre del maestro Wadenius.
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce il Secondo Premio per la Sezione Narrativa Edita.
Mario Rondi, almeno nel titolo di questo suo lavoro, induce subito un lettore incauto a prefigurare inevitabili atmosfere dantesche. In realtà basta approcciarne le prime pagine per comprendere quanto ne siamo lontani. Qui si parla di un inferno indagato quasi a livello psicanalitico dove emerge ben precisa l’indegnità quale colpa principale della dannazione. L’uomo indegno, quali che siano le ragioni che lo rendono tale, si muove inesorabilmente in un inferno molto terreno, inseguito, assediato da immagini, ricordi, sogni inquieti, fastidiosi, grotteschi che ne tormentano il cammino.
Egli forse è consapevole della sua indegnità così se la trascina appresso e, peggio, la indaga persino e non è dato sapere se la aborrisce o se ne compiace come sarebbe d’uopo all’inferno. Il Rondi non ce lo rivela lasciandoci sospesi nel dubbio. Il sospetto che l’indegno non si trovi poi così a suo agio tuttavia si fa strada nell’evolversi della storia, allorché l’inferno inizia ad assumere tinte comiche e dannatamente surreali.
Ma ci si chiederà: e l’occhio al paradiso del titolo?
Ebbene è necessario pazientare, il paradiso arriverà alla fine della storia com’è cosa buona e giusta. Per dirla con il finale dell’autore: “… io finalmente mi sentirò al settimo cielo, lontano dalle più piccole preoccupazioni: speriamo che sia così, altrimenti pazienza, vorrà dire che continuerò a sognare ad occhi aperti…” Quale miglior chiosa: dopo tutto, citando Calderon de la Barca: la vita non è forse sogno?
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce il Terzo Premio per la Sezione Narrativa Edita.
Questo sofferto, intenso romanzo ci invita a compiere un viaggio all’interno di uno dei più subdoli e ricorrenti mali dei nostri tempi: la depressione.
Ilaria Caserini ci narra due storie parallele divise solo dal tempo storico.
La prima si svolge negli anni cinquanta e ci presenta Egidio un uomo incapace di affrontare la normalità di un’esistenza uniformata alle regole e alle convenzioni della società di quegli anni. Anima candida ed ingenua sarà internato e dovrà percorrere un lungo travagliato cammino prima di liberarsi dall’incubo.
La seconda segue le vicende altrettanto drammatiche e sconvolgenti di Anna, una giovane donna che si scopre fragile ed estremamente vulnerabile fino a cadere, per l’appunto, nel vortice crudele della depressione. Ne uscirà dopo una lunga angosciante lotta spesso caratterizzata da un profondo dolore che pare non avere via d’uscita.
La sua forza d’animo, il suo coraggio, la sua voglia di tornare normale insieme al fondamentale aiuto di Gianluca, il suo prezioso terapeuta, la condurranno finalmente fuori dalle spire maligne della malattia.
Due storie raccontate con intensa, emozionata partecipazione che ci insegnano a non arrenderci mai, a non cedere alle lusinghe malvage delle tenebre e a ricercare il lume della speranza che s’intravede salvifico in fondo al tunnel.
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’Onore.
Il romanzo di Antonio Luna, Le tre verità, in prima approssimazione andrebbe inserito nel genere dei gialli di ambientazione storica, ma in verità ha una deriva più profonda consistente nell’intrigo psicanalitico che coinvolge il docente di Psicologia Johannes Andreas al professore di ingegneria delle costruzioni Peter Mercier, il quale, attraverso l’analisi dello psicologo, richiama alla memoria l’oscura morte per annegamento del regista cinematografico Albert Krakauer avvenuto nel sobborgo berlinese di Köpenick nel 1934. Il romanzo sdipana la ricostruzione dei fatti con un continuo procedimento di analessi e di prolessi e di salti temporali comprendenti gli antefatti risalenti al 1921 e gli epiloghi fino al 2015, in modo da distendere il racconto su quasi un secolo di storia recente. Eccellente il dialogo e la ricostruzione storica.
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’Onore.
Il romanzo di Giordano Vecchietti, Generazione Desaparecida, racconta la vicenda della dittatura militare in Cile, iniziata con il colpo di Stato del Generale Augusto Pinochet che spodestò l’11 settembre 1973 con la violenza delle armi il Presidente regolarmente eletto Salvator Allende, il quale scelse di suicidarsi nella strenua difesa del Palacio de la Moneda. Il protagonista, Don José, dirigente di un partito di sinistra sostenitore di Unidad Popular di Salvador Allende, dovrà vivere alla macchia per circa 18 anni fino al ritorno della democrazia che avverrà con le elezioni dell’11 marzo 1989. Il romanzo è incisivo e realistico, quasi in forma di verbale istruttorio, in modo da trasmettere al lettore una sensazione di testimonianza diretta sui fatti avvenuti, che in realtà sono dall’autore sapientemente romanzati, pur nel pieno rispetto della realtà storica degli eventi maggiori.
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’onore.
Il romanzo di Massimiliano Carocci, Sopra il deserto avvengono le aurore, appartiene al genere dei racconti d’azione, con risvolti da romanzo giallo, ambientato al confine tra Texas e Messico, ha per protagonista il pellerossa Chato, che organizza una rapina ai danni del criminale Ragno, non sapendo che in tale modo apre una sorta di vaso di Pandora, tale da scatenargli addosso una furia di eventi contrari difficile da contenere. La rappresentazione della vicenda è resa in modo vivace e visivo, per cui il lettore ha facilità a ricostruirsi ogni scena, come se stesse leggendo il copione di un film. Il titolo del romanzo è tratto da uno dei più raffinati haiku di Jorge Luis Borges, Sopra il deserto / avvengono le aurore / Qualcuno lo sa, che allude al silenzio interiore dell’anima, nella solitudine dell’isolamento, dal quale può manifestarsi una rinascita, nella testimonianza di un Qualcuno, che potrebbe anche essere una proiezione metafisica della mente.
La Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’onore.
Christian Barsi ha pubblicato a marzo del 2020 la sua opera prima in prosa intitolata La cura del tempo, riguardante l’autobiografia di fotografo di fantasia, corrispondente del National Geographic, che fa il giramondo, e si era dato come modello Sebastião Salgado, salvo poi ricredersi e scegliere di tornare nella casa avita a Torino, con la compagna Nicole, il figlio Luca avuto dalla prima moglie, Vanessa, di professione medico. Il romanzo è una ricerca di sé stesso condotta dal protagonista, Riccardo Bonanomi, che passa in rassegna le scelte compiute e rinunce fatte per inseguire il suo modello di nomade, cui ora non crede più. Il romanzo è uno sguardo dal ponte non solo sulla vita del protagonista di fantasia, ma anche sui modelli sociali della vita contemporanea.
Per aver descritto le tappe che possono totalmente cambiare una persona, attraverso un intenso percorso di autoanalisi in cui il protagonista si racconta e si mette a nudo, ripercorrendo pagine fondamentali della propria esistenza analizzandone, con consapevolezza, errori e scelte, la Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’onore.
Il romanzo Stefania abita al piano di sopra svolge il tema delle relazioni pericolose intrattenute dalla protagonista del romanzo Stefania con un uomo già sposato e padre. Enrico è uno scapolo impenitente che entra in amicizia platonica con Stefania e ne riceve le confidenze. Il romanzo svolge la trama intorno alle due relazioni, di natura diversa di Stefania con i due uomini. Quando Stefania rimane incinta, si manifesterà una doppia tragedia, dapprima un aborto e poi un omicidio.
Il romanziere dipinge con efficacia i diversi caratteri dei protagonisti e la sincera amicizia tra Stefania ed Enrico. Sono pagine delicate anche quelle riguardanti il dolore dei genitori di Stefania che partecipano da vicino alla sventura della figlia.
Per la capacità di aver fatto emergere, sullo sfondo di un avvincente intreccio raccontato con prosa agile e scorrevole, modalità e contraddizioni del vivere oggi, con spiccata capacità di scavo nei meandri più nascosti e profondi dell’animo umano la Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’onore.
Per aver abilmente coniugato aspetti fantastici con elementi realistici, narrando con particolare talento descrittivo, le vicissitudini della rivolta delle plebi di metà quattrocento a Crotone, in Calabria, e le vicende personali di Margherita di Poitiers, castellana di Amantea, e vittima di spietate violenze ed ostilità la Giuria de I Murazzi all’unanimità conferisce la Menzione d’onore.