La ricca raccolta di poesie di Isabella Horn, intitolata La rete vivente, reca come sottotitolo l’espressione latina Deus sive Natura che riconduce a Baruch Spinoza, il cui pensiero filosofico faceva coincidere l’essenza con l’esistenza, al punto che si possa afferma “Dio ossia Natura”. Pertanto, la raccolta delle liriche della Poeta, suddivisa in due sezioni, celebra il creato come forma unica di tutto ciò che esiste e che contemporaneamente coincide con il concetto di entità, nei termini classici del panteismo: il divino è l’entità che è contemporaneamente anche esistenza. La silloge appare ancora più preziosa in quanto è viaggio anche nel tempo e, quindi, illustrazione del concetto di divinità quale si è manifestato nelle civiltà etrusca, greca, romana e in alcune antiche civiltà orientali.
Michele Battaglino è una delle voci di Poesia più rappresentative e colte dell’attuale milieu letterario della Lucania. Anche in questo nuovo libro il Vulture, i fiumi, i boschi, le campagne e in speciale modo la fauna aviaria della Basilicata ricevono un’attenzione carica di ammirata meraviglia e affezione, a prova di quanto il Poeta di Genzano sia divenuto il Genius loci della sua terra. Tuttavia, il messaggio complessivo del libro Sorprese trascende ogni particolarismo di spazio e di tempo collegato unicamente a una connotazione specialistica, e, al contrario, si innalza ad abbracciare una dimensione cosmica dell’intera cultura occidentale, di cui il Poeta è un attento studioso e divulgatore. Il linguaggio poetico modernissimo di Michele Battaglino tiene anche conto di una ripresa innovativa della tradizione e, fatto ancor più caratteristico, s’imparenta con la riflessione umanistica che fonde insieme l’amore per la scienza, per le arti e in particolare per la letteratura, in modo da elaborare una proposta convincente di ripresa e di sviluppo del noto Pensiero poetante, come fusione di Poesia, Filosofia e Scienze. L’orizzonte cui traguarda l’intero libro consiste nella più antica delle sorprese dell’intera umanità, cioè in un’attesa prefiguratrice delle visioni metafisiche.
Appare esemplare la raccolta di Poesia di Giorgio Colombo, Pianeta grigio in contrapposizione polemica alla qualificazione antonomastica di Pianeta Azzurro normalmente usata, come forma di partecipazione e come espressione di critica ma anche di speranza rivolta al futuro dell’unanimità e della storia evolutiva dell’intero globo terracqueo. C’è una vigilanza di osservazione e di accoramento alle vicende umane che ricorda la nobile tradizione dei cantastorie che per secoli ornarono le piazze e i teatri con le vicende cavalleresche e che oggi sembrano rinnovarsi nelle tematiche di attualità rappresentate dalla cronaca quotidiana civile e politica.
Tra gli esempi più luminosi e accorati di amore filiale verso la madre, il libro di Poesia di Maria Erovereti, Se non fossi stata il tuo tempo, eccelle per l’accurata forma di confessionalità sobria e amorevole con cui la scrittrice, che è anche fotografa d’arte, costruisce una raccolta di liriche costituenti un unico poemetto monotematico dedicato alla madre colpita da ictus, ma capace di rinascere nel conforto rigenerativo dell’amore filiale. Senza mai citare l’altissima locuzione dantesca rivolta alla Vergine, “figlia di tuo figlio”, Maria Erovereti rinnova in termini del tutto laici l’immagine dell’amore umano capace di trascendere i vincoli della discendenza biologica e di elevarsi come ardore creativo dotato di una valenza metamateriale.