Il saggio di Pier Franco Quaglieni, La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni, assume un valore di preminenza culturale, etica e politica nel particolare periodo storico che l’intera umanità sta attraversando, nel quale la democrazia è condizionata da un revanscismo ideologico e politico che oscura l’esercizio della libertà sia del singolo sia della collettività. L’Autore trae ispirazione dalla modernità del pensiero filosofico e politico di Tocqueville, per poi testimoniare gli esempi più eminenti della difesa della libertà coltivati nella recente storia italiana dello scorso secolo e fino ai giorni nostri, con un arco temporale che documenta con pienezza il prezioso avvaloramento della memoria storica riguardante il contributo italiano alla cultura della libertà nel nostro Paese e nel mondo.
RAPSODIE DEL TEMPO. CICLI COSMICI E FUGHE DAL MONDO NELLA SAPIENZA ANTICA
Alessandro Mazzucchelli • Marco Bracali
Alessandro Mazzucchelli e Marco Bracali offrono al lettore un complesso sistema di interpretazione del Tempo, rileggendo testi e monumenti sapienziali delle culture arcaiche, per esplorare l’alterità di un altrove nell’ascesi e nelle pratiche purificatorie. Da qui prende l’abbrivio l’indagine dell’interazione tra sapienza divina e umana, ordine del cosmo e del Tempo, seguendo figure carismatiche del mondo antico dell’Asia e del Mediterraneo, in diversi luoghi simbolici. Un lavoro esaustivo, vagliato su testimonianze di remote cosmogomie, declinato a riconsiderare miti e paesaggi, dove diversi luoghi simbolici riflettono una “topografia” non strettamente terrestre: mito e realtà si intrecciano in una fitta e rapinosa fuga dal mondo, alla ricerca di un insondabile Oltre.
Con acume e sagacia esplorativa, Angelo Manitta, attraverso un’analisi dettagliata e acuta, scandaglia le peculiarità botaniche, in un contesto storico e “scientifico” della Commedia di Dante. Prendendo spunto dalla “selva oscura”, viene posto l’accento sul contesto letterario delle piante, senza tralasciare il milieu del sottobosco, legato ad un’ipotetica idea “ecologica”, in relazione all’epoca medievale. La cifra di questa straordinaria ricerca è la selva, che diventa l’amalgama di tutta la teoria botanica dantesca e che interagisce con una visione di “un bosco ideale”. L’indagine verte non solo sui principi botanici, ma soprattutto su quelle fonti che ne hanno potuto determinare la costruzione poetica e su quei principi filologici che meglio possono permettere la comprensione del “divino poema”.
Questo testo di Giuseppe Di Filippo è un viaggio immaginario nel mondo fascinoso dell’occulto, attraverso interpretazioni originali delle Sacre Scritture, delle mitologie, delle profezie e delle scoperte storico-archeologiche. Demoni, fantasmi ed entità angeliche popolano la scrittura di Giuseppe Di Filippo su uno scenario proiettato in connessione con l’aldilà. Un racconto, la cui narrazione amplia la conoscenza dei “fenomeni paranormali”, rivelando alcuni misteri della nostra realtà quotidiana e alcuni fenomeni in cui ognuno di noi, nel corso della propria vita, si è sicuramente imbattuto e che la scienza ha sempre negato, catalogandoli come immaginazioni, suggestioni o allucinazioni.
Il meditato saggio di Federico Edoardo Perozziello, Il male in medicina, solleva la questione sulla presunta neutralità della scienza e sulla pericolosità che lo scienziato rivendichi il diritto alla sperimentazione scientifica in totale libertà da ogni e qualsiasi riflessione critica dettata dall’etica. Nei tre capitoli centrali – La genesi dell’Orrore; La notte della Medicina; I processi ai Medici – l’Autore ricostruisce la memoria dei misfatti contro l’umanità che la Medicina ha compiuto in passato, mentre nel capitolo dedicato al pensiero filosofico di Karl Jaspers, Perozziello imposta una riflessione sul problema della “colpa”, per poi giungere alla conclusione che la Scienza moderna non è immune dal Male.
Dal mito greco del giovane Persèo alla “triangolazione dello sguardo” che evita all’eroe lo sguardo pietrificante della Medusa, questa “mitobiografia” coesiste tra riflessione filosofica e analisi psicologica, nell’individuare l’ampliamento dello sguardo, per sottrarsi al perturbante e per stornarlo verso l’altrove o verso una nuova dimensione dell’alterità. Lasciando libera di fluire l’energia pulsionale. La sapienza dello “sguardo obliquo” evita l’impulso al confronto diretto, per favorire il trascendimento e la difesa dello scudo-specchio di Atena. Queste dinamiche ben note alle pratiche analitiche fanno sì che l’analizzante eviti i nodi complessuali che lo tormentano e, grazie alla relazione terapeutica, riuscirà a vedere il profilo di tali nodi e ad affrontarli in funzione trascendente.
Di grande riguardo per la mole dell’imponente lavoro di presentazione, commento, contestualizzazione nell’epoca e nella cultura del tempo, con continui riferimenti sia alla classicità sia ai tempi correnti in cui visse l’umanista ascolano Pacifico Massimi è la corretta e sobria traduzione delle cento elegie o meglio dell’Hecatelegium, la cui prima apparizione in stampa risale alla fine del XV secolo. Si apprezza il contributo filologico reso da Alessandro Bettoni, decisamente migliorativo, più vasto e più approfondito, rispetto alle edizioni di cui fino ad ora si disponeva. Anche il commento e l’interpretazione della discussa figura umana di Pacifico Massimi è stata riscattata dall’alone di omofobia con cui venne trattata in passato ed è stato esaltato in misura corretta il carattere di modernità dell’Autore, seppure tenuto nascosto dietro l’accanimento ad esprimersi unicamente in lingua latina e accademica, relegando il volgare solo alla corrispondenza della vita privata per i suoi incarichi pubblici di professore ed istitutore. Difficilmente l’opera può comunque trovare collocazione all’interno della letteratura italiana, proprio perché è stata pertinacemente scritta in latino, in evocazione totale di un passato che già ai tempi viveva nel mito.
Suddiviso in tre tematiche essenziali – Verità e fiducia; Verità come perno dei giudizi; Verità processuale – il saggio dello studioso Gianluca Corrado - Processo alla verità o processo della verità? Il giudizio tra filosofia e diritto – mette in luce la discrasia di metodo con cui la verità viene ricercata dalla filosofia rispetto alla verità formulata come espressione giuridica. È ammirevole la vastità e la profondità di indagine condotta dall’Autore con esemplare chiarezza e con ricorso continuo a fonti del pensiero scientifico di natura sia filosofica sia giuridica. Ricchissimi appaiono gli apparati delle note e la proposta bibliografica. Il tema di fondo resta aperto – “con un sentore sostanzialmente inconcluso” – sul complesso interrogativo del valore aletico della verità processuale, poiché risulta chiaro che il fine ultimo del giudice non è l’attestazione della verità dei fatti, ma l’espressione di un lodo formulato nel rispetto delle norme dogmatiche della legge. L’Autore per ultimo si rivolge alla ricerca del filosofo statunitense Larry Laudan, per chiedersi se si possa fare di più. Il saggio appare come una delle documentazioni di attualità più incisive sull’argomento proposto.
Per l’opera svolta a favore della valorizzazione e della diffusione dei contenuti della cultura a vantaggio dei giovani; per il continuo impegno di sensibilizzazione rivolto a tutti i ceti sociali a favore della letteratura per rendere accessibile il più possibile il patrimonio di ricchezza e di motivazione al miglioramento delle condizioni di vita, nonché per la prestigiosa e costante partecipazione al dibattito nazionale sulle tematiche della letteratura in convegni, riunioni, presentazioni e mostre, la Giuria de I Murazzi attribuisce alla Professoressa Carmela Politi Cenere il Premio Speciale alla Cultura 2022, in segno di riconoscimento dei meriti dimostrati e di ringraziamento per l’alto significato civile dell’opera da lei svolta.
Per la cultura della notizia che la contraddistingue e per la scrittura attenta e consapevole, che ci dà una visione rara e preziosa del presente e una lettura vigile e responsabile del futuro.
La sua passione e l’impegno per la sostenibilità, la tutela dell’ambiente e della biodiversità vanno premiati per il taglio innovativo nel raccontare, con conoscenza e competenza, il mondo complesso in cui viviamo