La saga di cinque generazioni è il filo rosso della narrazione che si snoda lungo tutto il Novecento, e che costituisce la nervatura del romanzo generazionale Nuda dentro di Marcella Formenti. La narrazione pone al centro la donna, che si rinnova di madre in figlia: Tindara, Agata, Giovanna, Rosa e infine l’ultima neonata, Antonia. La progenitrice Tindara assurge quasi a divinità protettrice che proietterà il suo influsso benefico nelle discendenti fino a ottenere il ritrovamento della serenità. Nel romanzo si compie, oltre al viaggio nel tempo, anche quello per luoghi, dal terremoto di Messina agli inizi del Novecento, poi Taranto, Roma e infine Milano. Inoltre, c’è anche un viaggio, di decadenza, nella mobilità sociale, dagli agi del messinese cavaliere Persichi ai disagi dei borgatari romani, nonché dalla solida società monarchica ai tormenti della dittatura e delle due guerre mondiali, per concludere con le stagioni della contestazione armata, con l’assassinio di Aldo Moro e di Walter Tobagi. Si tratta di una commedia umana, sovente drammatica, in alcuni momenti comica, che rappresenta, nel segno della donna-madre, un intero secolo di storia italiana, di sofferenza, ma anche di crescita e di valori umanitari, scritta in mirabile modo, anche con inserimenti dialettali siciliani e romaneschi.
Suddiviso nelle due parti essenziali e consistenti, la prima, nella struggente cronaca di una morte annunciata per polmonite bilaterale doppia procurata da Corona-Virus in un uomo giunto a divenire ottuagenario, mentre, per la seconda parte, nella ricostruzione ovvero nella rigenerazione à rebours dell’intera esistenza trascorsa, dalla nascita alla morte, il libro intitolato Umberto Galvan: l’uomo con il metro in tasca è una devozione amorosa dedicata dalla scrittrice Gabriella Bertizzolo al suo prestigioso marito, imprenditore edile civile e industriale. L’opera diviene soprattutto mirabile esempio di educazione sentimentale, oltre che continuo spunto di riflessione sui valori profondi degli affetti che sorreggono ogni architettura di vita umana, senza dimenticare gli impegni di partecipazione sociale e mondana alla vita di comunità, da sviluppare con generosità e con gioia finché il destino lo consente, per cui il romanzo-documento-biografico diviene anche una forma di proposizione e di suggerimento mediatico con valore etico meditato e ricco di suggerimenti.
Vincenzo Moretti dimostra una straordinaria versatilità a ricostruire l’arte del racconto nella sua raccolta caleidoscopica denominata Olla podrida, ovvero per dirla alla francese un pot-pourri di elementi letterari differenti ma accostati con sapienza in un solo raccoglitore che rende l’unità organica nella mescolanza dei modi, dei tempi, delle forme. Si tratta di una sorta di meticciato della prosa d’autore, che si realizza con intarsi linguistici provenienti da origini diverse, usati in tempi lontani tra loro, ma convergenti nell’unità di pensiero dell’Autore, che tiene sempre ben chiaro il risultato finale da raggiungere, che è quello dell’aderenza della parola all’autenticità della vita, sia pure ricostruita con sapienza in luoghi, tempi e situazioni umane ogni volta tanto diverse quanto equivalenti.