PREMIO PER L’EDITO di POESIA alla memoria del Poeta Nino Pinto
Il libro di Poesia Ali straniere anticipa già nel titolo i due movimenti principali della poesia di Maura Del Serra: la levità del volo e la sensazione di appartenenza a un altrove spaesato nell’indeterminatezza dello spazio e del tempo. Il libro è scandito in nove sezioni, che insieme ricostruiscono una straordinaria ricchezza di tematiche e anche di forme versali differenti. Caratteristica della poetica di Del Serra è l’avere espresso la conoscenza e la saggezza con un’endiadi insolvibile di immaginazione e di esperienza, grazie a cui nei testi si ritrovano indissolubilmente collegate fra loro le elaborazioni fantastiche e anche favolistiche con gli elementi concreti e anche crudi del mondo reale.
All’unanimità la Giuria attribuisce il Primo Premio assoluto per la Poesia.
La raccolta dei Sonetti ebraici di Piero Nissim conquista immediatamente l’attenzione e la simpatia del lettore per il carattere vagamente vintage con cui è stata concepita, in sonetti rispettosi delle forme deputate, scritti in vernacolo pisano, ma decisamente semplificato con espressioni in lingua italiana. Le poesie ricostruiscono l’ambiente degli ebrei pisani, nella cornice temporale drammatica del recente passato, che Nissim ricostruisce senza mai indulgere all’acredine del risentimento, ma anzi con un altissimo sentimento di umanità, non disgiunto anche da gioiosità umoristica. Si apprezzano le testimonianze e i contributi critici resi da Moni Ovadia, Umberto Floris, Lietta Manganelli e il richiamo di un intervento sul tema dell’ebreitudine di Giorgio Manganelli.
La Giuria attribuisce all’unanimità il Secondo premio per la Poesia edita.
Il libro A mani tese di Antonio Pileggi si presenta come una cornucopia di osservazioni, appunti, consigli, considerazioni e quasi spigolature su elementi per lo più vasti ed essenziali della vita, ma anche su questioni minime, talvolta addirittura personali, senza escludere qualche sorta di epigrafe o esergo, orientato in omaggio ai grandi pensatori del passato. Il libro assomiglia a quelle raccolte variopinte e luccicanti di tanti campioni dei minerali diversi che compongono la materia spessa, coesa e magmatica della crosta terrestre, ma che nell’esposizione del naturalista appaiono invece in piccoli, autonomi e organizzati esemplari classificati con ordine scientifico da fare invidia a Linneo. Suddiviso in sette capitoli, come la creazione biblica ebdomadaria, il libro possiede un suo leggero e profondo equilibrio di levità e di saggezza.
La Giuria attribuisce all’unanimità il Terzo premio per la Poesia edita.
Paolo Dacorsi porge un delicato omaggio alla città di Torino dedicandole cinquanta haiku nella forma canonica dei tre versi di 5-7-5 sillabe capaci di esprimere un simbolo, di natura un poco chiuso ed enigmatico – come per certi versi può apparire il carattere della Capitale sabauda – ad altrettanti luoghi caratteristici della metropoli piemontese. Una tavola riassuntiva permette con facilità di individuare le località prescelte dall’Autore. La fonte ideatrice del libro poetico risale ancora all’arte difficile di sapere “passeggiar, liberi dalle pressioni del tempo e degli impegni, per le strade di una bella città”, come già aveva raccomandato Charles Baudelaire con la sua attività di flâneur.
La Giuria attribuisce all’unanimità la condizione premiata di Finalista.
Nel concento di voci contrastanti con cui la modernità invade oggi la scena del mondo, tra affermazioni contraddette e contraddizioni rivelate, la poetessa Annamaria Fieramosca percepisce una presenza ispiratrice espressa Per segni accesi, sorta di sensazioni, impulsi, ispirazioni, agnizioni, epifanie o quant’altro capaci di squarciare le nebbie della mente e le contrapposizioni degli opposti e di aprire gli animi a confidare nell’attesa di una storia concreta tuttavia in formazione. C’è nella Poesia di Ferramosca una capacità di lettura e di espressione totalmente affrancata dai condizionamenti reali dello spazio e del tempo in cui la Poetessa vive, ma capace di trasvolare per le indeterminate forme dell’altrove, che tuttavia coesistono in coabitazione nell’hic et nunc di un tempo contemporaneo eppure plurimo.
La Giuria attribuisce all’unanimità la condizione premiata di Finalista.
Vi sono elementi di Scapigliatura, di poesia della ribellione, della fuga in avanti alla Alfred Jarry dentro la Patafisica ossia nella “Scienza dell’immaginazione”, motivo per cui il bel libretto di Poesia, Sotto la notte si fa casa, diviene un “ibis redibis”, cioè una formula ambivalente che può assumere significati anche opposti, in tale modo Daria Gigli accenna alle possibilità da incantatrice e anche truffaldine – com’è sviluppato nella sezione Trickster – che possiede la parola poetica, sempre profonda, ma anche plurima, talvolta oscura o esercitata in complesse metafore di non immediata significazione. Le poesie sono per lo più brevi, incisive, talvolta fino lapidarie, ma sempre risplendenti di fascino incantatorio.
La Giuria attribuisce all’unanimità la condizione premiata di Finalista.
L’enigma è il centro di gravità della poetica di Claudia Piccinno che cerca il senso delle cose nel vuoto delle parole scambiate nel corso del giorno. Tuttavia, nell’incanto del suono intonato dalla parola poetica, c’è una leggerezza dell’essere che è più duratura della pietra e che interpreta la pluralità delle forme del reale quanto e fin meglio della sfinge di pietra e della sua non erodibile capacità di resistenza all’azione disgregatrice del tempo. Questo messaggio di levità e di profondità, con barbagli di forme che si riflettono nella cura fonica e ritmica del verso, rappresenta la punta di diamante della poesia di Claudia Piccinno.
La Giuria attribuisce all’unanimità la condizione premiata di Finalista.
Il libro di Poesia di Lella Buzzacchi, A chiare lettere, realizza un incanto poetico dedicato al dono ineguagliabile della creazione, che – come è richiamato nel titolo – viene manifestato a chiare lettere, senza i dubbi, gli infingimenti, le contraddizioni, i rimpianti, le incertezze che rodono e corrodono gran parte della poesia contemporanea, ma invece con un solare e luminoso convincimento di adorazione quasi francescana per la bellezza e la ricchezza della natura e in generale della vita.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
C’è nella poesia di Emanuela Dalla Libera il fascino di un sogno compiuto ad occhi aperti e in piena consapevolezza di sentimenti ragionati e piani, come chi fosse testimone di un viaggio compiuto, non solo attraverso luoghi naturali, città e campagne, ma anche attraverso riflessioni della mente, paesaggi dell’anima e sensazioni di vita che si radicano nei precordi fino a suscitare i fantasmi dell’inconscio. È una poesia che ha una leggera ma ben definita connotazione lirica, in termini di sobria eleganza nei modi e nelle misure del dire poetico, con aspetti sempre riverberati dall’attenta ponderazione della logica, con cui è tracciato l’Infinito andare, in una sorta di pensiero poetante, che contiene un’eco leopardiana.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
Il libro di Poesia Anima Mundi di Vincenzo Di Giulio rappresenta una ricognizione di ampio raggio su percorsi letterari in parte già accennati dai Poeti dei tempi classici, fin dall’antichità greco latina, per arrivare fino agli scrittori contemporanei, ma non è una rivisitazione di reperti stratagemmi antologici, bensì è un insieme quasi di agnizioni raccolte con stupore, mentre il nostro Poeta si trova a esplorare i significati profondi di un essere qui e adesso che viene quasi a coincidere con un altrove collocato in altri tempi e altri luoghi, a dimostrazione della pluralità dell’anima del mondo.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
Con una elegante e fine forma di ironia Donato Di Poce nel libro Una questione di stile compie un rapido passaggio a sorvolo radente su un gran numero di poeti le cui opere posano arcigne e altisonanti negli scaffali più o meno consultati delle nostre librerie, dando mostra di possedere una esperta dimestichezza con una lunga teoria di autori. Le tre parti del libro, che hanno ricevuto i natali in tempi diversi, si fondono in un unico volo nel contempo sia devozionale sia demistificatorio nei confronti della poesia: un autentico volo d’artista, con un libro in mano, che ricorda le tele di Marc Chagall. La prefazione di Tomaso Kemeny testimonia l’originale bellezza del testo, nelle sue due prime parti.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
Molto del fascino incantevole e del valore del sogno della poetica di Raffaele Floris risiede nella purezza delle forme, nella compostezza delle misure e nel lindore delle scelte lessicali, giocate – queste ultime – sempre all’interno di un linguaggio della poesia che seleziona i significanti a un livello elementare della comunicazione, ma che dantescamente eleva i significati ai più alti valori della mente e ai più sconfinati voli dell’anima. La sicurezza e l’estro di sapere comporre versi di sicuro incanto letterario addolcisce le emozioni di bellezza e di orrore che la rassegna poetica espone nell’instancabile ingranaggio erosivi della macchina del tempo.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
Sul filo rosso delle emozioni empatiche o anche erotiche, di attrazione o anche di repulsione, corre l’opera di illustrazione poetica della poetessa Antonietta Natalizio, che esprime l’entusiasmo di vivere con pienezza e con capacità di riflessione e di analisi la ricchezza delle situazioni che la vita offre in continuità indeterminata di occasioni, fino agli anni più avanzati che non è affatto detto debbano essere i più scoloriti e privi di entusiasmo. Il libro di Poesia I colori delle emozioni rappresenta una sorta di inno di accettazione e di gioioso ringraziamento alla vita.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
PREMIO PER L’EDITO di POESIA OPERA PRIMA alla memoria della Poetessa Liana de Luca
Poesia sapientemente cifrata che sgorga dalla consapevolezza di un’anima antica in attesa di trovare l’intera luminosità delle proprie memorie. L’intonazione del discorso poetico è principalmente lirico, come ricognizione del mondo interiore della Poetessa e dei sentimenti che determinano in esso le grandi entità esterne, come il cielo, la luce, la notte, il vento, lo spaesamento e il ritrovamento dei luoghi interiori dell’anima ed esteriori del mondo. La dizione dei versi è sognante, ma anche precisa, netta, efficace.
La Giuria attribuisce all’unanimità il Primo premio per la Poesia edita Opera prima.
Poesia che non teme di svelarsi nel suo attraversamento di una soglia “altra”. Il libro >Opera Trina è a sua volta suddiviso nelle tre parti, scritte in tempi diversi, Nigredo (2011-’15), Rubedo (2015-’17), Albedo (2018-’19), composte in un viaggio che ha una cronologia dei tempi coniugata a un dialogo metafisico con una ricerca continua degli orientamenti di ricaduta e di riscontro all’interno della realtà mondana. Il riferimento è ovviamente l’>Albero della Vita cabalistico, di cui parla anche la Bibbia e più libri sacri ebraici. Il percorso verso la vita è ispirato dai Guardiani, che sono uomini reali del mondo, appartenenti al passato, come Giordano Bruno o operanti nel presente, anche in incognito.
La Giuria attribuisce all’unanimità il Secondo premio per la Poesia edita Opera prima.
La sensuale vitalità di artista si amalgama a un forte sostrato culturale nel precipitare di parole che si fanno immagini improvvise. Predomina una rappresentazione >d’eco surrealista nella composizione di un verseggiare estremamente libero, che procede per istantanee illuminazioni, versi isolati come bagliori verbali, contrapposti a incantevoli composizioni metriche nel rispetto delle forme, quest’ultime quasi icone del passato, sopraggiunte indenni in un presente letterario di totale anarchia dei canoni, dominato dalla iper-sensualità degli orientamenti, che sopravanza ogni metodica della ragione.
La Giuria attribuisce all’unanimità il Terzo premio per la Poesia edita Opera prima.
La parola poetica trova spunto da un fatto di cronaca come metafora e specchio critico del nostro vivere disumano. Una voce interiore al testo si esprime con la saggezza del maestro, il consiglio dell’esperto, la vicinanza dell’amico e smorza la percezione di pericolo, di dolore e di soffocamento che si sommuove e che domina come una cappa plumbea la scena del mondo, per cui alla fine vi è un rasserenamento della speranza in cui confidare: “Oggi di nuovo il sole / accorcia le ombre / e unisce le distanze”.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
Immagini essenziali in cui le parole sono soppesate con parsimonia e sobrietà, creando sprazzi improvvisi di luce. La dimensione epigrammatica, talvolta addirittura lapidaria delle composizioni protende all’arte dell’ermetico, del simbolico, come anche all’invenzione dell’aforisma, in un’atmosfera di sentenziosità negata ovvero rivoluzionata ed estroversa, dove “La realtà / ha perso i suoi contorni”. I versi brevi concorrono ad esasperare il sentimento della fuga, che sovente è un rinserrarsi in sé stessi, come la visione di Dio, che riposa nel cuore della Poetessa.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.
Ombre e luci si alternano in un percorso denso di interrogativi dove anche il silenzio si apre alla ricerca dell’Oltre. Il libro è scandito nelle tre sezioni denominate la prima Resti nell’ombra, che riflette maggiormente una ricerca delle ragioni invisibili e profonde dei nostri stati d’animo e in generale della nostra presenza mondana. La seconda sezione si intitola Nel viaggio ignoto del cuore che s’apre con la visione rasserenata del “velo che s’alza sul mistero” e con intonazioni anche di incanto verso il mondo; la terza sezione si chiama Come musica d’acqua remota e tramite le metafore di personaggi reali sviluppa il tema dell’erosione del tempo e del consumo irreversibile della vita e dei suoi accadimenti.
La Giuria attribuisce all’unanimità la Menzione d’Onore.