Enea Biumi, nome d’arte di Giuliano Mangano, attore, regista, scrittore, poeta, animatore e organizzatore di eventi culturali, con il libro Il seme della notte (La sumènza du la nòcc) raggiunge le forme più nitide e sicure dell’espressione poetica moderna agganciata alle tracce del quotidiano e al narrato anonimo come autentica rappresentazione esemplare della storia, espressa in lingua varesina, con la versione a fianco in lingua italiana e si segnala come uno dei massimi rappresentanti della poesia in lingua locale, come lo fu il gruppo dei poeti di Santarcangelo, e tuttora lo sono il milanese Franco Loi e il piemontese Remigio Bertolino.
Edith Dzieduszycka, italiana di origine francese, pittrice, fotografa, narratrice e poetessa, nel libro bilingue in Italiano e in Francese offre un’espressione raffinata ed essenziale di poesia sapiente e irriverente, che confina con l’aforisma e con il rovesciamento della logica tradizionale delle cose e del contegno umano, giungendo a realizzare uno degli esempi più eleganti e semplificati della poesia contemporanea, che in realtà è ottenuto come risultato di un accurato e puntiglioso labor limae ovvero, per usare l’espressione di Vittorio Sereni, di un artificio nascosto.
Miriam Luigia Binda, narratrice, saggista e poetessa lodigiana, con GuerrAnima, libro di poesia che reca in esergo il verso di Giovan Battista Guarini Non più guerra, pietate, compone una sorta di distico scandito in due parti a specchio, la prima rivolta verso l’interiorità della scrittrice e la seconda verso il mondo esterno, ma entrambe contraddistinte da un uguale rifiuto della tracotanza dei più forti sui più deboli, e orientando lo spirito, in contropartita, a un fitto dialogo di appartenenza e di partecipazione alle persone e alle cose, per luoghi e per tempi prossimi e remoti.