L’originalità della più che ventennale attività pubblica in Poesia e in Teatro di Mariangela Gualtieri risiede nell’avere compiuto una traiettoria di avvicinamento e di attrazione con il massimo sistema di Dante, che ha inventato una locutio vulgaris in qua et mulierculae comunicant – un linguaggio nel quale anche le popolane si esprimono – e di renderlo nobile ed altissimo per l’intervento della Poesia, capace di conferire alla lingua l’effetto frusta ricevuto dai satelliti attratti da un astro di somme dimensioni. In tale modo, la Poesia di Gualtieri diviene arco pontefice tra i cosiddetti grandi modernisti di inizio Novecento, come Eliot, Pound, Rilke, Valery, Ungaretti, Montale, Russell e di molti altri innovatori loro contemporanei per poi arrivare a congiungersi con la poesia di attualità, illuminata dal flatus vocis dell’attimo fuggente e dal luccicore della casualità, sempre rivelatrice del porto sepolto, cioè dell’anima profonda non solo dell’uomo, ma dell’intero mondo che ci circonda, la bella d’erbe famiglia e d’animali, in cui viviamo tuffati e permeati, come lo è la spugna nel mare. La Poesia di Gualtieri diviene allora l’incanto fonico di una voce che è non solo comunicazione verbale, ma anche musica ed arte di pronunciare la parola. La Giuria de I Murazzi dell’Edizione XI all’unanimità attribuisce a Mariangela Gualtieri il Premio alla Carriera per la sua attività di Poeta e di Drammaturga.