Intorno alla figura idealizzata di una donna che appartiene al mondo dell’antichità classica, rivive nel racconto-in-versi di Luigi Fontanella la protagonista femminile Zoe Bertgang del romanzo di inizio novecento Gradiva, già mirabilmente studiato da Sigmund Freud, in modo da creare una coesione di forze inventive ed evocative in collusione tra realtà e sogno, vita e morte, passato e presente, letteratura e psicanalisi, poesia e romanzo, che si compone in un ideale quadrilatero di forze interpretative del misterioso incedere della bellezza nel mondo.
L’intera vita dedicata al doppio binario dell’arte – la musica e la poesia – riluce intensamente in tutta la sua opera sia di musicista sia e ancora di più di poeta che ha inseguito e celebrato l’inafferrabile mistero della bellezza, costruendo un diario autobiografico degli incantamenti nei versi sempre riverberati dall’enigma del tempo sospeso tra l’eternità e l’effimero.
Una poesia che ha come ascendenti il simbolismo francese e l’ermetismo italiano, ma che si arricchisce di armonie classiche e di diafonie moderne, con interferenze, contrasti, controcanti ed evasioni ideative che producono sinergie con l’immagine, il colore, il sogno, la soprarealtà.
Nel nitore essenziale della parola poetica, resa con purezza espressiva metafora eterea dei sentimenti più nobili dell’animo umano, Nevio Nigro ha saputo tracciare con ineguagliabile costanza e fedeltà di contenuti una misura di stile lirico che riluce per il rinnovamento dell’antica tradizione.