La densità e lo spessore delle vicende raccontate costituiscono un premio alla gioia della lettura colta e corsiva, documentata e fantastica. Il merito sta nell’avere saputo amalgamare fra loro elementi diversi con grande armonia di risultati e di forme. Il lettore si trova di fronte a un pr’t à porter che ricorda i raffinati abiti di Missoni, che collimano a un’unità stilistica bene delineata e inconfondibile. Il ventaglio dei temi fu già nel celeberrimo proemio, Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori, / le cortesie, l’audaci imprese io canto. La vicenda è collusa fra cronaca e fantasia, storia e leggenda, ma corre fluida e stringata sui binari dell’essenzialità, come se si trattasse di una firma giornalistica d’attualità. Va, inoltre, segnalato il coraggio di fare convergere in una sola prospettiva di realtà romanzata sia l’alta cultura proveniente dall’asepsi dei documenti storici sia la bassa cultura derivante dalle leggende popolari, a cui l’autore sembra riconoscere quasi una primazia di incontrollata simpatia e vigore.
Nel mondo immaginario e grottesco che Paola Grandi ha ideato in questo romanzo i rapporti umani sono caratterizzati da una esasperata attività di copulazione in cui trionfano sia la violenza degli uomini sia la mistificazione delle donne. Ne deriva la scomparsa delle nobili emozioni umane, quali l’innamoramento, l’attesa, la promessa, il dono generoso di sé, l’appagamento nel procurare la felicità dell’amato, il superamento della visione egotica della vita. Eppure questa concezione matrigna e materialistica dell’eros si sviluppa in un contesto sociale popolato da creature metafisiche, da autentici angeli e da diavoli in competizione tra loro. Anche la bellissima protagonista, Noemi Maria, si porta in seno una creatura che non è umana, ma che anzi è il Messia di ritorno sulla Terra per fare trionfare la fratellanza tra gli uomini, la pace e la giustizia. Ecco allora che da quella forsennata attività copulatoria scaturisce il sogno di un luogo edenico in cui si compia l’armonia dei sensi e della ragione e vi sia una congiunzione virtuosa della carne e dello spirito, con la realizzazione di un supremo ideale per cui valga la pena di vivere e di sognare. Si tratta de Il prato fiorito in cui la protagonista Noemi vorrebbe suggellare i suoi più eterei ideali di vita, anche quando discende e accondiscende alle più materiali esperienze dei sensi. Scritto con un linguaggio sorprendentemente confidenziale eppure dotto, ma mai pedante, il libro incanta per il fascino di contaminazione irrisolvibile tra la realtà e il sogno, tra il documento sociale e la finzione romanzesca, tra il gioco di ripulsione e di accondiscendenza che la scrittrice sa sapientemente scatenare nell’animo del lettore. Dopo La commessa dagli occhi verdi, romanzo che già anticipava la chiave di lettura della realtà sociale moderna in termini di deformità dell’eros, Paola Grandi raggiunge con Il prato fiorito la piena maturità della sua capacità narrativa.
La grande avventura è un romanzo breve che si inserisce a pieno titolo nel genere della narrativa per ragazzi, ma adatto anche a un pubblico adulto, di carattere sia formativo sia di svago, capace di dare libero sfogo alla fantasia sognatrice tipica delle giovani età di sviluppo, votate a immaginare con grande creatività altri mondi in cui vivere, anche abitati da creature diverse da quelle umane, ma altrettanto sensibili e intelligenti, e tuttavia messe alla prova dalla competizione tra le forze del Bene e del Male, in una battaglia senza quartiere che riproduce in metafora i destini dell’intera umanità. La scrittura cristallina e corsiva di Allegra Nasi è un esempio perfetto di raccontare in modo moderno le vicende e l’intreccio della trama, sviluppata con rapida efficacia, senza orpelli stilistici, ma con un rigoroso controllo delle forme schiette della scrittura.