Nella poesia di Franco Sorba aleggia una eco dei poeti beat, ispirata al sogno della pace e della giustizia universali, ma poi costretta a fare conti con il “ruvido viaggio”, tra sogni visionari, canne di hashish e quotidiano violento, talvolta sconfinante in tragedia letale a danno dei più deboli. C’è un degrado dei valori che intaccano anche il sentimento puro dell’amore, in una decadenza shakesperiana della gelosia del moderno Otello, che uccide la sua Desdemona ma poi finisce agli arresti domiciliari, anziché suicidarsi. È una poesia scabra e nuda, che sostituisce l’adorno letterario dell’estasi con la lama tagliente della cronaca per parole scabre e incisive, formule di scrittura breve, ritratti per immagini focali del mondo contemporaneo. La Giuria attribuisce il primo premio per inedito con offerta di pubblicazione gratuita.
In forma di poesia onesta, scevra da presunzione, patetismo e inopportunità, la parola di Bruno Civardi si impone come svolta fatale del discorso storico condotto dalla letteratura nel corso del Novecento e del primo Duemila, per addivenire a una sintesi di quello che resta da fare al poeta, nel confronto delle sudate carte, tra rievocazioni della memoria letteraria e nostalgie della vita vissuta. Il Poeta appronta un breviario di Insufficienti armonie, che è prova dell’alacrità generosa con cui va vissuta la vita, nei suoi doni quotidiani e nelle riflessioni dello studio, a confronto con la smisurata vastità delle esperienze possibili e degli infiniti viaggi della mente. La Giuria de I MURAZZI all’unanimità conferisce la Dignità di stampa.
Nel riverbero della normalità e della moderazione si realizza con un brillio di nitida lucentezza la gioia serena di sapere cogliere l’attimo fugace e capace di inondare di felicità il cuore. La Poeta, con vocazione di donna esperta nella pragmaticità della vita, sdipana un canto elegiaco di straordinaria dolcezza rivolto agli episodi giornalieri della diaristica della coabitazione con la persona amata, fino a farne un luminoso canto d’amore. La Giuria de I MURAZZI all’unanimità conferisce la Dignità di stampa.
La raccolta di Poesia di Alda Fortini denominata La rosa del deserto si fa subito apprezzare per la forma del contenitore in cui è stata architettata: si tratta di un libro conchiuso in quarantacinque “argomenti” poetici, ciascuno dei quali è svolto in tre tempi o brevi stanze indipendenti l’una dall’altra, ma inserite nell’omogeneità formale di una stessa cornice. Si crea così una sorta di opus magnum, che diviene rappresentazione complessiva e totalizzante dell’universo lirico della Poeta Alda Fortini, fortemente intonato allo sviluppo per simboli e per metafore deputate dalla tradizione di alto stile della Poesia a rendere conto del nostro sentire la luce e il dramma della vita e della creazione. La Giuria de I MURAZZI all’unanimità conferisce la Dignità di stampa.
Il motivo ricorrente del susseguirsi delle stagioni, così frequente nelle arti umane della pittura, scultura, letteratura e musica, viene ripreso da Pierantonio Milone nella sua coltissima e raffinata raccolta Stagioni con uno svolgimento per simboli e metafore, in una sinestesia unificante delle diverse arti e di molte voci letterarie. Il Poeta intona un’elegia alle sensazioni, mutazioni, pulsazioni e sentimenti che costituiscono il patrimonio di ricchezza consolidata e di conoscenza sperimentata in continua palingenesi nell’erosione del tempo. La Giuria de I MURAZZI all’unanimità attribuisce la Dignità di stampa
Poesia di luminosa intensità lirica è quella sviluppata da Barbara Panelli nella raccolta che si chiama Resilienze, in cui la tenacia contemplativa ed ammirativa rivolta a ogni forma di manifestazione della vita si estende, come insegnò Petrarca davanti alla salma di Laura, anche nel riconoscimento dell’estrema bellezza degenerata e ultimativa della decadenza e del degrado biologico. Il trionfo della bellezza resta impresso e luminescente negli occhi di chi ha profondamente amato la vita anche nell’attimo del baratro e della vertigine che drammatizza l’epifania della morte. Poesia di purissima espressione linguistica, con un verseggiare piano e attento all’uso sapiente e moderato dell’artificio letterario. La Giuria de I MURAZZI conferisce all’unanimità la Dignità di stampa.
C’è versatilità nel modellare il linguaggio poetico con espressioni sempre ricche di fascino e con sorprendenti metafore, allusioni, simboli, schermi e riflessi; c’è gioiosità canterina delle rime studiate con grazia spontanea di allitterazioni e nel rispetto della metrica storica dell’endecasillabo, nel libro di Poesia Un mondo di stramberie di Mario Rondi, un autentico capolavoro di miniatura poetica. A sovrabbondare nel valore del dettato, tuttavia, non è l’impareggiabile forma chiusa della dizione, ma l’ironia sapiente, tra delirio e genialità, che trabocca nei costrutti, sempre condotti su una perfettissima linea di confine tra la follia e la sapienza. La Giuria de I MURAZZI conferisce all’unanimità la Dignità di stampa.
L’ampio panorama poetico che emerge dai testi riuniti del poeta milanese Rodolfo Vettorello nel libro di Poesia che si chiama Elegia per me solo, offre omaggi tra gli altri a Eliot, Pascoli, Cat Stevens e numerosi altri scrittori e autori, sulla trama costante della riflessione intorno alla morte, che l’Autore si augura sia dolce, in chiave di eutanasia, ma finisce per essere una grande elegia dedicata agli incanti della vita, le bellurie, che divengono ricco patrimonio di ricordi e di nostalgia, sempre aumentato nell’accumulo degli anni. La Giuria de I MURAZZI conferisce all’unanimità la Dignità di stampa.
La Poesia di Giancarlo Stoccoro, riunita nel libro L’intuizione dell’alba, rievoca con maestria le forme simboliche e le metafore polisemantiche che già furono patrimonio dell’ermetismo italiano e che non hanno mai smesso di affinarsi e rinnovarsi nel corso del ricchissimo Novecento poetico italiano. La cura calligrafica della perfezione formale del verso serve da luminoso e trasparente contenitore del pensiero poetico, che è sempre una lucida riflessione sul sogno e sull’elaborazione simbolica del mondo reale, compiuta anche in chiave psicologica, di visioni, epifanie e altri fantasmi. La Giuria de I MURAZZI conferisce all’unanimità la Dignità di Stampa.
L’ampia e generosa raccolta di Poesia riunita da Antonio Zavoli nel libro che si chiama Un grande mazzo d’albe costituisce una riflessione promossa dal Poeta sul senso destinale e fatale della alacre esperienza di vita, vissuta con generosità e impegno. Nel libro si appalesa la ricchezza delle corrispondenze con molti autori del suo tempo. Emerge una sensazione di svanimento e di nebbia sul raggiungimento di un valore conclusivo e acclarante del significato complessivo della vita, come se il Poeta volesse alludere alla posizione dei grandi nichilisti del Novecento. La dizione ricca e riflessiva del discorso è sempre valorizzata da una sicura maestria della formulazione in versi del pensiero filosofico. La Giuria de I MURAZZI all’unanimità conferisce la Dignità di Stampa.