Il generoso impeto di conoscenza archiviata e nascosta negli antri della memoria e da lì ripresa per maieutica e riportata alla consapevolezza della ragione, in una “coerenza del minimo”, nell’abbondanza dei riferimenti, nell’affollamento dei particolari, nel naufragio dei relitti, nella pienezza della logica, nell’assonanza degli accostamenti – i voli pindarici e le equazioni esatte di interdipendenza – costituisce il fitto discorso poetico di Virgilio Atz contenuto nel suo libro di alta Poesia della filosofia e delle occasioni di riflessione sulla vita. La Giuria del Premio I Murazzi 2018, per il fascino e per la lucidità pertinenziale di un discorso poetico sempre agganciato al grande enigma sapienziale della ragione e alla sua impotenza davanti al mistero, attribuisce il Premio per l’Inedito con unanimità dei consensi.
La lirica di Francesco D’Episcopo si svela come un discorso che muove dai precordi dell’anima e che è direzionato agli incantamenti naturali del mondo circostante, alla bellezza della natura, alla levità e rarità delle occasioni di intravedere, anche attraverso il sogno, un valore fondante di pace e di gioia per lo spirito. La Giuria, anche dopo avere rilevato la profondità e la dolcezza dei sentimenti e degli affetti d’amore che sgorgano spontanei come approdo definitivo della raccolta, ha attribuito all’unanimità il premio dell’inedito.
La bellezza del libro di poesia di Marcella Saggese, Dittamo: un fiore inatteso, si sprigiona dalla carica di eros che contiene, come messaggio di vitalità della carne e di gioia dello spirito che sopravanza i fascini delle forme oscure del piacere, quali il possesso della ricchezza, la gola o l’esercizio del potere. La Giuria ha apprezzato l’incanto di una poesia pronunciata liberamente nella spontaneità delle forme libere ed efficaci della comunicazione e ha attribuito la dignità di stampa.